Il primo numero estivo dedicato alla bibliodiversità che abbraccia la dissidenza. Tre persone che stimo consigliano una lettura queer che per loro è stata significativa.
Grazie di cuore della citazione, Alice, e che meraviglia leggere questa puntata di Ojalà proprio qualche giorno dopo aver scritto della mancanza di bibliodiversità nella prima parte della mia vita di lettrice adulta! È un contributo importantissimo e positivo, che manifesta nel concreto quello che mi passava nella testa a livello teorico! Grazie a te sarà possibile creare bibliodiversità nella vita di persone che magari non avrebbero avuto l'occasione di beneficiarne :)
Viaggiamo su un filo conduttore fatto di letture che ci regalano parole e visioni nuove, sfaccettate — fosse per me, resterei sempre su questa frequenza 🤭
Tra l’altro, poco fa mi sono riletta per rilanciare la newsletter anche su LinkedIn, e ho notato che le letture estive che ricordo, consigliate dalla prof, erano tutte opere di scrittori uomini. Ecco, la tua newsletter è quel capitolo uno che molte di noi hanno in comune, ma per fortuna possiamo ampliare la mappa.
Devo leggere i libri di Torres solo per entrare in questa dinamica di guelfi e ghibellini pari solo alla questione team gyoza vs team bao di cui ho parlato al Tinello di Perpignan con Carola 😂
Mi hai fatto tornare alla mente le letture sbagliate (!) che la mia prof di Filosofia ci consigliava. Tutte al di fuori della portata di una 16enne, ma quello passava il convento in una città in cui c'era una sola libreria davvero poco accogliente. 30 anni fa reperire consigli di lettura era molto più complicato e ci si aggrappava al passaparola e al catalogo del club degli editori. Il seme può essere piantato anche in modo sbagliato ma alla fine germoglia :-)
L'estate del primo liceo come romanzo ricordo che ci consigliò Il giuoco delle perle di vetro, di Herman Hesse. Fui l'unica a leggerlo e mi piacque moltissimo ma non lo afferrai completamente. Non c'era la volontà di educare alla lettura: si fornivano dei titoli e poi non se ne discuteva. Io ero curiosa e in cerca di consigli, per cui leggevo quello che lei ci consigliava, ma i miei compagni abbandonavano in partenza.
Ah, anche io ricordo lo stesso: si consigliavano le letture ma poi non c'era un momento di discussione collettiva, in effetti, al massimo la scheda libro da consegnare come compito. Che peccato!
Ricordo che quando lessi "Gender Queer" di Maia Kobabe provai un senso di meraviglia per la rara intensità che restituiva nel raccontare la sua storia attraverso il codice del fumetto.
Il consiglio di Marzia D'Amico è perfetto, è un libro che straconsiglio a chiunque, e spero che BeccoGiallo lo ristampi presto (nel frattempo siano benedette le biblioteche).
Ci aggiungo un altro fumetto che osa sperimentare con disegni e parole, raccontando la storia di una persona intersessuale, che si confronta con un atto violento da parte di altre persone sul suo corpo e la sua identità: s'intitola "Polly", scritto da Fabrice Melquiot e disegnato da Isabelle Pralong (traduzione di Marta Capesciotti e Sarah Di Nella) per Settenove.
Grazie mille per questo consiglio, Andrea! Credo siano davvero pochi i testi non saggistici che affrontano il tema dell'intersessualità, mi segno subito di cercare Polly. 💙
Grazie ancora per avermi coinvolta in questo numero speciale ❤️ e go team la seducción!! (P.s. Non sapevo della tua ossessione per le Abuelas, l'anno scorso ho letto un libro che me le ha fatte un po' mettere in discussione: La llamada di Leila Guerriero. Non ti spoilero nulla però così lo leggi (o l'hai già letto? :))
La llamada ce l'ho in lista, in pole position! Tempo fa avevo letto un po' di cose che anche a me avevano dato un nuovo inquadramento del lavoro de las Abuelas; detto questo, è uno dei pezzetti di storia che mi piace più approfondire, vorrei tanto tornare a Buenos Aires per continuare a girarla sotto quella lente.
Grazie di cuore della citazione, Alice, e che meraviglia leggere questa puntata di Ojalà proprio qualche giorno dopo aver scritto della mancanza di bibliodiversità nella prima parte della mia vita di lettrice adulta! È un contributo importantissimo e positivo, che manifesta nel concreto quello che mi passava nella testa a livello teorico! Grazie a te sarà possibile creare bibliodiversità nella vita di persone che magari non avrebbero avuto l'occasione di beneficiarne :)
Viaggiamo su un filo conduttore fatto di letture che ci regalano parole e visioni nuove, sfaccettate — fosse per me, resterei sempre su questa frequenza 🤭
Tra l’altro, poco fa mi sono riletta per rilanciare la newsletter anche su LinkedIn, e ho notato che le letture estive che ricordo, consigliate dalla prof, erano tutte opere di scrittori uomini. Ecco, la tua newsletter è quel capitolo uno che molte di noi hanno in comune, ma per fortuna possiamo ampliare la mappa.
Devo leggere i libri di Torres solo per entrare in questa dinamica di guelfi e ghibellini pari solo alla questione team gyoza vs team bao di cui ho parlato al Tinello di Perpignan con Carola 😂
Ahaha ti aspetto al varco 🤭
(Non ho seguito la questione, ma d'istinto professo il mio amore per i gyoza)
Mi inserisco per dire che di ritorno dal Giappone i miei due nipoti sono diventati uno team gyoza e l'altro team ramen 😆.
Mi hai fatto tornare alla mente le letture sbagliate (!) che la mia prof di Filosofia ci consigliava. Tutte al di fuori della portata di una 16enne, ma quello passava il convento in una città in cui c'era una sola libreria davvero poco accogliente. 30 anni fa reperire consigli di lettura era molto più complicato e ci si aggrappava al passaparola e al catalogo del club degli editori. Il seme può essere piantato anche in modo sbagliato ma alla fine germoglia :-)
Ne sono convinta anche io, Alessandra. Ora sono curiosa, ti ricordi qualche titolo "sbagliato" di quell'epoca?
Molti saggi di storia e testi filosofici.
L'estate del primo liceo come romanzo ricordo che ci consigliò Il giuoco delle perle di vetro, di Herman Hesse. Fui l'unica a leggerlo e mi piacque moltissimo ma non lo afferrai completamente. Non c'era la volontà di educare alla lettura: si fornivano dei titoli e poi non se ne discuteva. Io ero curiosa e in cerca di consigli, per cui leggevo quello che lei ci consigliava, ma i miei compagni abbandonavano in partenza.
Ah, anche io ricordo lo stesso: si consigliavano le letture ma poi non c'era un momento di discussione collettiva, in effetti, al massimo la scheda libro da consegnare come compito. Che peccato!
Ricordo che quando lessi "Gender Queer" di Maia Kobabe provai un senso di meraviglia per la rara intensità che restituiva nel raccontare la sua storia attraverso il codice del fumetto.
Il consiglio di Marzia D'Amico è perfetto, è un libro che straconsiglio a chiunque, e spero che BeccoGiallo lo ristampi presto (nel frattempo siano benedette le biblioteche).
Ci aggiungo un altro fumetto che osa sperimentare con disegni e parole, raccontando la storia di una persona intersessuale, che si confronta con un atto violento da parte di altre persone sul suo corpo e la sua identità: s'intitola "Polly", scritto da Fabrice Melquiot e disegnato da Isabelle Pralong (traduzione di Marta Capesciotti e Sarah Di Nella) per Settenove.
Grazie mille per questo consiglio, Andrea! Credo siano davvero pochi i testi non saggistici che affrontano il tema dell'intersessualità, mi segno subito di cercare Polly. 💙
Grazie ancora per avermi coinvolta in questo numero speciale ❤️ e go team la seducción!! (P.s. Non sapevo della tua ossessione per le Abuelas, l'anno scorso ho letto un libro che me le ha fatte un po' mettere in discussione: La llamada di Leila Guerriero. Non ti spoilero nulla però così lo leggi (o l'hai già letto? :))
La llamada ce l'ho in lista, in pole position! Tempo fa avevo letto un po' di cose che anche a me avevano dato un nuovo inquadramento del lavoro de las Abuelas; detto questo, è uno dei pezzetti di storia che mi piace più approfondire, vorrei tanto tornare a Buenos Aires per continuare a girarla sotto quella lente.
Andiamo!! 👀
Non mi tentare così, de botto 🤩