#43 Le parole con cui emigriamo
Appunti su una comunità italo-australiana a nord di Melbourne.
A metà febbraio sono arrivata a Fawkner, sobborgo a nord di Melbourne, per passare qualche settimana con un pezzo della mia famiglia materna. Mia zia e mio zio sono nati e cresciuti nel paesello sardo in cui ancora vivono i miei, ma la sete di opportunità lavorative li ha portati in Australia a metà degli anni ‘70.
A Fawkner sono cresciuti i loro figli, miei coetanei: genetica sarda, cultura italiana, abitudini australiane in quel grande melting pot culturale che è l’area di Melbourne. Ora questa parte di famiglia trapiantata down-under è cresciuta e si è ramificata tra Australia, Sicilia e Samoa.
Questo numero di Ojalá raccoglie osservazioni e immagini su alcune delle parole dell’italianità a Melbourne. Ho iniziato a scriverlo con trasporto, ma si stava trasformando in un saggio sull’emigrazione italiana. Chissà: forse quel saggio arriverà, un giorno, ma quel giorno non è certo oggi.
Prometto di non andare (troppo) per le lunghe.
Valentina è nata a Fawkner, è mezza sarda e mezza siciliana, compirà 4 anni tra qualche mese. Mi si piazza davanti sorridente e inizia a cantare una canzone che — a sentire il resto della famiglia — si chiama “Ninna nanna a mamma”. Finisce la prima strofa e poi mi chiede «Come stai?», ma non mi lascia il tempo di rispondere, continua il suo discorso condito di abbondanti sventolate di mani alla maniera italiana.
Non distinguo bene le parole, ma dopo qualche secondo sua madre mi rivela l’arcano: Valentina parla un italiano misto a espressioni in siciliano, la lingua “straniera” che ha assimilato durante le riunioni della sua grande famiglia allargata italo-australiana.
O forse dovrei dire che parla in dialetto italo-australiano?
Vado a lavorare alla biblioteca pubblica del quartiere di Coburg e i primi scaffali che incontro all’ingresso sono dedicati ai libri in italiano.
Il catalogo è abbastanza recente, ma dà un’idea dei gusti (o delle idee che si hanno sui gusti?) della comunità italiana di questa zona di Melbourne. Si spazia dai dvd di “Mai dire tv” alla bibliografia di Giorgia Meloni. La zona di libri in italiano più fornita è quella degli Harmony, ordinati per colore. Ok, c’è anche molto altro, non voglio indugiare sul bias di conferma, ma questi sono davvero i primi testi che ho visto sullo scaffale:
Mentre siedo qui a scrivere, dalla zona fotocopiatrice arrivano echi di conversazione in un inglese con accento australiano e incursioni italiane: ciao bella, ha appena detto un signore a una conoscente.
Avevo un’idea sbagliata
L’Australia con cui ho familiarizzato di più la prima volta che sono stata qui, nel 2015, si concentra tra i quartieri a nord di Melbourne: Fawkner, Coburg e Brunswick.
Tra barbecue e feste di compleanno con torte alla panna, ho conosciuto famiglie italiane emigrate qui più di 50 anni fa, figlie della prima e della seconda diaspora italiana in Australia.
Le loro storie erano quanto di più lontano potessi immaginare dall’Australian lifestyle che avevo immaginato prima di arrivare. Nessuno mi parlava di easyliving, di stile di vita rilassato, di viaggi di esplorazione dentro questo sconfinato territorio australiano.
Il comune denominatore delle loro vite e dei loro racconti era il lavoro.
Siamo venuti qui per lavorare, l’Australia ci ha dato questa grande opportunità, e questo abbiamo insegnato ai nostri figli: come lavorare sodo.
Me lo aveva detto Maria, emigrata dall’Abruzzo negli anni ‘60 dopo essersi sposata per procura, mentre il marito la aspettava a Melbourne con un lavoro in tasca e i primi risparmi.
E anche mio zio lo ripete ogni volta che affrontiamo l’argomento: ha lavorato per tutta la vita alla fabbrica della Ford, è riuscito a comprare una casa con giardino (il giardino ben curato è un pezzo importante per dimostrare il proprio status nel sobborgo), l’orticello dietro casa, la macchina grande, tutti i figli sistemati con un buon lavoro, diversi nipoti.
Ha realizzato il sogno migratorio, e ora che è in pensione sogna di tornare in Sardegna.
Manuale di istruzioni per capire la comunità italiana in Australia
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