#62 Non si può più chiedere niente!
Le relazioni di potere dietro le domande indiscrete. Ma anche una bella lista di film LGBTQIA+ da vedere.
![Due foto dell’opera Hey, Hetero! A sinistra un uomo e una donna in abiti nuziali escono dalla chiesa; la scritta dice “Hey, hetero! Get married, because you can!”. A destra un uomo e una donna in costume da bagno e con un cocktail in mano stanno sotto l’ombrellone e ridono; sono circondati da piccoli elettrodomestici, ferri da stiro e tostapane. La scritta dice “Hey, hetero! Membership has privileges. Accepted Worldwide!" Due foto dell’opera Hey, Hetero! A sinistra un uomo e una donna in abiti nuziali escono dalla chiesa; la scritta dice “Hey, hetero! Get married, because you can!”. A destra un uomo e una donna in costume da bagno e con un cocktail in mano stanno sotto l’ombrellone e ridono; sono circondati da piccoli elettrodomestici, ferri da stiro e tostapane. La scritta dice “Hey, hetero! Membership has privileges. Accepted Worldwide!"](https://substackcdn.com/image/fetch/w_2400,c_limit,f_auto,q_auto:good,fl_progressive:steep/https%3A%2F%2Fsubstack-post-media.s3.amazonaws.com%2Fpublic%2Fimages%2F37a20c67-c5e5-4e9e-a935-7d2005dded4e_1018x707.png)
«Quando e come hai deciso per la prima volta di essere gay?»
«Se non sei mai stata con un uomo, come fai a sapere che non lo preferiresti?»
«Cosa pensi che ti abbia portato a essere lesbica?»
«Non è possibile che la tua bisessualità sia solo una fase?»
«Sei poliamorosa? Io non potrei mai!»
«Ah, se sei una donna trans vuol dire che hai fatto l’operazione ai genitali?»
Le persone LGBTQIA+ sono purtroppo abituate a sentirsi rivolgere domande, commenti inopportuni e offensivi di questo tipo, anche nei momenti e luoghi più inaspettati.
Eh, ma non si può più chiedere niente!
Si sente esclamare ogni tanto.
Mettiamola così: faresti mai le stesse domande a una persona eterosessuale e cisgender?
Prova a inserire la parola “eterosessuale” al posto di lesbica/gay/bisessuale/poliamorosa/trans nelle domande precedenti: come ti suonano?
![Sticker dai colori arcobaleno attaccato a un palo. La scritta al centro dice "Ma i tuoi lo sanno che sei etero?" Sticker dai colori arcobaleno attaccato a un palo. La scritta al centro dice "Ma i tuoi lo sanno che sei etero?"](https://substackcdn.com/image/fetch/w_1456,c_limit,f_auto,q_auto:good,fl_progressive:steep/https%3A%2F%2Fsubstack-post-media.s3.amazonaws.com%2Fpublic%2Fimages%2F11d49041-9226-4567-8219-a39c1b0ac5a6_675x900.jpeg)
Il linguaggio è potere
Ogni volta che facciamo una domanda invadente o che ci viene segnalata come offensiva, ma decidiamo di farla ugualmente, stiamo esercitando un potere sull’altra persona.
Lo diceva benissimo il filosofo Michel Foucault che sottolineava la relazione complessa tra linguaggio e potere.
Secondo Foucault, il linguaggio non è solo un mezzo di comunicazione, ma un elemento fondamentale nella produzione e nella regolazione del potere.
In La volontà di sapere, pubblicato nel 1976, scriveva (con premessa: Focault era un brillante pensatore, ma il linguaggio chiaro e accessibile non era proprio il suo forte):
Il potere è tollerabile a condizione di dissimulare una parte importante di sé. La sua riuscita è proporzionale alla quantità di meccanismi che riesce a nascondere.
Il potere sarebbe accettato se fosse interamente cinico? Il segreto non è per lui un abuso; è indispensabile al suo funzionamento.
[…]Analizzare dunque la formazione di un certo tipo di sapere sul sesso non in termini di repressione o di legge, ma di potere. Questa parola "potere" rischia, però, di dar luogo a un certo numero di malintesi. Malintesi relativi alla sua identità, alla sua forma, alla sua unità.
Con potere non voglio dire "il Potere," come insieme di istituzioni e di apparati che garantiscono la sottomissione dei cittadini in uno Stato determinato.[…] Con il termine potere mi sembra che si debba intendere innanzitutto la molteplicità dei rapporti di forza immanenti al campo in cui si esercitano e costitutivi della loro organizzazione.
[…] Il potere è dappertutto; non perché inglobi tutto, ma perché viene da ogni dove.
— da La volontà di sapere. Storia della sessualità 1, Feltrinelli. Traduzione di Pasquale Pasquino e Giovanna Procacci.
Con il termine potere non stiamo quindi parlando solo di strutture gerarchiche tra le persone, ma anche delle loro interazioni quotidiane, parole incluse.
Conversazioni, contesti educativi e comunicazione nei media sono tutti strumenti di esercizio del potere del linguaggio, secondo Foucault (e io sono molto d’accordo).
Le relazioni di potere non si limitano alle figure di autorità esplicite, ma sono presenti in tutti gli atti comunicativi; influenzano e plasmano le interazioni sociali.
E poiché, seguendo il filo di Foucault, il linguaggio è così centrale nel mantenimento delle relazioni di potere, usare con consapevolezza e rispetto le parole è un gesto rivoluzionario.
Scegliere di non farlo, invece, è una prevaricazione.
Che bello sarebbe stato conoscersi prima
A proposito di centralità del linguaggio nel mantenere le relazioni di potere, ragioniamo anche sulla sua negazione. Le parole che non si dicono, le immagini che non passano sugli schermi, le rappresentazioni che non trovano un canale di diffusione.
Scegliere di non nominare, anche quando le parole già esistono o si potrebbero creare, è un atto di potere.
Una campagna per il mese del Pride che lo spiega bene
Filmin è la più famosa piattaforma di streaming spagnola. Ha un catalogo meraviglioso e uno dei miei piaceri oziosi è quello di scorrerlo, leggere le trame dei film, e salvare quelli che mi ispirano nella lista “da vedere” (ormai lunghissima).
Da sempre include anche un corposo catalogo di film e serie LGBTQIA+. Quest’anno, in occasione del mese del Pride, il team Filmin ha deciso di farmi emozionare moltissimo con questo video che si intitola Ojalá habernos visto antes, cioè “che bello sarebbe stato conoscersi prima”.
Guardalo e dimmi cosa ne pensi. Sotto il video trovi la traduzione in italiano del testo. Prendi nota, perché la lista di film LGBTQIA+ nominati durante il video è davvero bella, ho evidenziato i titoli in grassetto.
(Ah, dopo aver ascoltato il video non avrai più scuse per non pronunciare correttamente il nome di questa newsletter!)
Parliamo spesso di referenti e del fatto che sia un peccato aver vissuto un'adolescenza dove le persone queer non comparivano.
Le persone queer esistevano, ma non le vedevamo.
Esistevamo, ma non ci vedevamo.E avrei voluto tanto che in passato, durante la nostra adolescenza o durante quella dei nostri nonni, ci fosse stato qualcuno come Lucía, la ragazza di 20.000 specie di api.
E che bello se le generazioni di domani potessero annoverare tra i loro riferimenti anche persone come Fassbinder, come Akerman, come Almodóvar.
Vorrei aver visto prima film come Carol, Estate '85, Shiva Baby. Mi sarei risparmiata davvero un sacco di cose, ma tante, tante.
Che bello sarebbe stato vedere Kristen Stewart quando avevo 10 anni, ora mi sentirei più sicura.
Che bello sarebbe stato vedere Fucking Amal quando avevo 12 anni o Weekend quando ne avevo 16.
Che bello sarebbe avere Terenci Moix ancora oggi.
Vorrei più Ritratto della giovane in fiamme.
Vorrei più Big Boys.
Vorrei più Orlando, più Una donna fantastica.
Vorrei aver conosciuto prima le protagoniste di Kokomo City.
Vorrei aver conosciuto qualcuno come il protagonista di Slow quando pensavo di essere l'unico.
Vorrei che le nostre zie avessero visto prima Blue Jean.
Vorrei aver conosciuto Samantha Hudson molti anni fa.
Vorrei un altro Swan Song per quando sarò più vecchio.
Vorrei un Ocaña anche oggi.
Magari!
E come sarebbe stato bello conoscersi prima.
Da leggere e ascoltare
Per il 17 maggio, giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia, ho scritto per ValoreD un articolo sulla necessità di ripensare le parole che usiamo per parlare di persone, identità, orientamenti sessuali e relazionali. In sintesi, come iniziare a scardinare il paradigma dell’eteronormatività.
Simone Riflesso continua a lavorare a SondaPride, la prima mappatura del livello di inclusione della disabilità all’interno degli eventi Pride italiani. Sul suo sito ci sono tantissimi consigli e linee guida per organizzare Pride accessibili.
Se vuoi arricchire la tua lista di serie tv queer da vedere, non puoi perderti LezWatch.TV, uno dei più grandi database di serie tv che hanno per protagoniste persone non binarie, trans e queer.
Le due immagini in copertina di questo numero di Ojalá, fanno parte di Hey Hetero!, installazione di sei opere fotografiche pubblicata nel 2001 ad Adelaide, Australia, da Deborah Kelly & Tina Fiveash. L’opera ironizza sull'eterosessualità, l’orientamento sessuale privilegiato per eccellenza:
Come raccontavano le artiste nel magazine Feminine Moments, Hey Hetero! sceglie un formato che ricorda le pubblicità vintage per coinvolgere l'eterosessualità nel discorso pubblico sui diritti civili:
«Dopo decenni di attivismo gay, lesbico, bisessuale e transgender in Australia, la difesa dell'egemonia eterosessuale rimane inespressa e radicata. L'eterosessualità non ha orizzonti, non è consapevole, è invisibile come la bianchezza. Sebbene molti diritti umani di base siano stati conquistati per le persone non eterosessuali, l'eterosessualità conferisce ancora una cittadinanza di prima classe in molte aree della legge, delle relazioni e dello status sociale.»
Per questa settimana chiudo qui. Happy Pride!
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Sono Alice Orrù, sarda emigrata a Barcellona nel 2012.
Fiera della sua residenza, la mia newsletter contiene incursioni di vita catalana e tanta, tanta salsa brava. 🍟
Se vuoi curiosare nel mio passato (solo professionale, ah!), usa LinkedIn.
Qui ti anticipo che di lavoro progetto testi per siti web e software, traduco molti prodotti WordPress e sono specializzata in linguaggi inclusivi e accessibili. 🌈
Se vuoi approfondire questo tema, potrebbe interessarti leggere Scrivi e lascia vivere, il manuale pratico di scrittura inclusiva e accessibile che ho scritto insieme a Valentina Di Michele e Andrea Fiacchi (ed. Flacowski). 📚
Per avere una panoramica di quello che faccio, qui trovi una lista sintetica dei progetti pubblici a cui ho partecipato di recente.
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Grazie per aver letto fino a qui. 💙
Alice
Ali!!! Che bella questa puntata e che meraviglia ricordarsi di Fucking Amal, quanto ho amato quel film! Grazie grazie
Mamma mia che super questa puntata, Alice! Grazie anche per tutti i consigli cinefili, per cui credo che consumerò le piattaformedi streaming.