Discutevo di questo tema con una mia amica pochi giorni fa a proposito del film "Past Lives" che dal mio punto di vista (di emigrata) parlava poco dell'aspetto delle radici e dell'emigrazione, mentre lei (da rimasta con amiche e sorelle emigrate) l'ha visto diversamente e si è rivista nel personaggio maschile. A proposito dell'aspetto agrodolce dell'emigrare, una delle mie poesie preferite è "casa mia" di Ungaretti:
Grazie per queste ispirazioni poetiche e visive, Silvia!
Past Lives è uno dei film che più mi sono piaciuti l'anno scorso, ci sono tante prospettive da cui guardarlo e infatti mi sono ripromessa di rivederlo.
Forse avevo io troppe aspettative sul tema “radici” dopo averne letto recensioni, e soprattutto la vedevo dal lato di lei. È stata la mia amica a farmi capire che in realtà il punto di vista che richiamava quel tema era quello di lui… dovrei riguardarlo anche io con questa nuova prospettiva!
Non conosco voci che hanno descritto l'emigrazione dal punto di vista di chi resta, ma l'idea mi ha fatto rabbrividire pensando a quanto, da emigrata, mi farebbe male leggere certe cose... per poi ammorbidirmi, pensando a quanto invece quel dolore potrebbe essere catartico, esplicitare un non detto che fa male solo finché taciuto e inesplorato.
È un vissuto che ha poco eco, senz'altro. E chissà, voglio credere che non sia fatto solo di dolore. La mia esperienza familiare dice il contrario, eh, per decenni si è spostata poco dalla narrazione negativa, ma sono convinta che la realtà sia molto più sfaccettata e ci sia anche qualche risvolto positivo da raccontare. Farebbe molto bene leggerlo anche a noi che siamo andate via :)
Ecco, appunto, mi sono espressa male: parlavo del MIO dolore, non quello di chi è rimasto. Il dolore di poter scoprire cose, anche positive!, che mi fanno sentire in difetto di amore nei confronti di chi ho lasciato… per me questa cosa tocca corde molto delicate con cui non ho ancora fatto bene i conti. Ed è quello che intendevo con catartico: la stessa cosa che dici tu con “ci farebbe bene” :)
I miei suoceri sono in una situazione simile a quella di Shafak: hanno lasciato Hong Kong nel 2021 sapendo che non ci sarebbero tornati mai più (a meno di un grande stravolgimento politico), perché sono stati invischiati con le proteste, schedati, etc. Mio marito non è così implicato, ma per presa di posizione e anche per cautela so che nessuno di noi metterà più piede a Hong Kong o in Cina per il foreseeable future, e la cosa ci pervade di dolore. Un momento mia suocera condivide l'ultimo gossip famigliare da HK, un momento dopo io sono in lacrime, mio marito super triste (perché non sia mai che pianga) e i bambini "perché perché ma è vero che i cinesi sono cattivi?" :( Pur con il lavoro che faccio e le certezze che ho, ci sono momenti in cui mi viene da dire "ma chi ce lo fa fare di tenere in vita lingua, tradizioni e usanze solo per soffrire così? non sarebbe meglio dimenticarsi tutto e finirla lì?"
Grazie davvero per aver condiviso la tua storia familiare. E per l'ultima domanda che scrivi, spero possiate trovare una risposta che permetta di mediare con la sofferenza.
Grazie Alice! Chiaramente non è sempre una sofferenza, altrimenti non sarei qui a fare quello che faccio. Sarà il capodanno lunare che mi ha reso molto emotiva 😅
Bellissima! Grazie, Alice!
💚 Grazie!
Discutevo di questo tema con una mia amica pochi giorni fa a proposito del film "Past Lives" che dal mio punto di vista (di emigrata) parlava poco dell'aspetto delle radici e dell'emigrazione, mentre lei (da rimasta con amiche e sorelle emigrate) l'ha visto diversamente e si è rivista nel personaggio maschile. A proposito dell'aspetto agrodolce dell'emigrare, una delle mie poesie preferite è "casa mia" di Ungaretti:
Sorpresa
dopo tanto
d’un amore
Credevo di averlo sparpagliato
per il mondo
mi rivedo anche in questa illustrazione di Francesca Ballarini, una delle mie preferite: https://sinfonina.blogspot.com/2010/01/ra-dici.html (metti radici profonde e trasportabili)
Grazie per queste ispirazioni poetiche e visive, Silvia!
Past Lives è uno dei film che più mi sono piaciuti l'anno scorso, ci sono tante prospettive da cui guardarlo e infatti mi sono ripromessa di rivederlo.
Forse avevo io troppe aspettative sul tema “radici” dopo averne letto recensioni, e soprattutto la vedevo dal lato di lei. È stata la mia amica a farmi capire che in realtà il punto di vista che richiamava quel tema era quello di lui… dovrei riguardarlo anche io con questa nuova prospettiva!
Non conosco voci che hanno descritto l'emigrazione dal punto di vista di chi resta, ma l'idea mi ha fatto rabbrividire pensando a quanto, da emigrata, mi farebbe male leggere certe cose... per poi ammorbidirmi, pensando a quanto invece quel dolore potrebbe essere catartico, esplicitare un non detto che fa male solo finché taciuto e inesplorato.
È un vissuto che ha poco eco, senz'altro. E chissà, voglio credere che non sia fatto solo di dolore. La mia esperienza familiare dice il contrario, eh, per decenni si è spostata poco dalla narrazione negativa, ma sono convinta che la realtà sia molto più sfaccettata e ci sia anche qualche risvolto positivo da raccontare. Farebbe molto bene leggerlo anche a noi che siamo andate via :)
Ecco, appunto, mi sono espressa male: parlavo del MIO dolore, non quello di chi è rimasto. Il dolore di poter scoprire cose, anche positive!, che mi fanno sentire in difetto di amore nei confronti di chi ho lasciato… per me questa cosa tocca corde molto delicate con cui non ho ancora fatto bene i conti. Ed è quello che intendevo con catartico: la stessa cosa che dici tu con “ci farebbe bene” :)
I miei suoceri sono in una situazione simile a quella di Shafak: hanno lasciato Hong Kong nel 2021 sapendo che non ci sarebbero tornati mai più (a meno di un grande stravolgimento politico), perché sono stati invischiati con le proteste, schedati, etc. Mio marito non è così implicato, ma per presa di posizione e anche per cautela so che nessuno di noi metterà più piede a Hong Kong o in Cina per il foreseeable future, e la cosa ci pervade di dolore. Un momento mia suocera condivide l'ultimo gossip famigliare da HK, un momento dopo io sono in lacrime, mio marito super triste (perché non sia mai che pianga) e i bambini "perché perché ma è vero che i cinesi sono cattivi?" :( Pur con il lavoro che faccio e le certezze che ho, ci sono momenti in cui mi viene da dire "ma chi ce lo fa fare di tenere in vita lingua, tradizioni e usanze solo per soffrire così? non sarebbe meglio dimenticarsi tutto e finirla lì?"
Anna 💔
Grazie davvero per aver condiviso la tua storia familiare. E per l'ultima domanda che scrivi, spero possiate trovare una risposta che permetta di mediare con la sofferenza.
Grazie Alice! Chiaramente non è sempre una sofferenza, altrimenti non sarei qui a fare quello che faccio. Sarà il capodanno lunare che mi ha reso molto emotiva 😅