L'intervento di Eleonora Sacco aveva colpito molto anche me al DiParola Festival e ho da parte degli appunti che ancora devono aggrumarsi per una puntata di Linguetta sulla visione esotica e occidentecentrica.
Che bello anche l'intervento di Luana Elena Cau, in particolare quando parla della necessità di una sala cooperativa, e non operativa, per fare funzionare la vita delle persone che abitano un luogo ogni giorno.
Di Eleonora sapevamo già, è bravissima! Ci tengo molto che anche le parole di Luana facciano il giro, anche lei è antropologa e grande viaggiatrice residente sull'isola, il suo sguardo sulla Sardegna è davvero prezioso. Grazie per avermi letta, Andrea!
Che bel numero Alice! Grazie per aver dato forma a tanti dei miei pensieri sul turismo e come ci vedono e raccontano i turisti. L'ho sempre sentito e vissuto da "sarda" e ritrovato in certi viaggi, storcendo il naso davanti a chi affermava "grazie a noi vivono di turismo".
Alice, grazie per questa meravigliosa puntata di Ojalá. Tocca corde a me carissime, con le quali mi misuro molto spesso da italiana negli Stati Uniti. Faccio esperienza di quello "sguardo esterno che proietta l’idillio" in continuazione per quanto riguarda l'Italia intera, e ovviamente la mia Emilia-Romagna (l'idea che ci sediamo a pranzo in settimana e non ci rialziamo prima di tre ore e tre bottiglie di vino è ancora, ahimè, molto diffusa). La seconda vittoria di Trump ha aperto questo sguardo esoticizzante ancora di più. Sulla Sardegna immagino che quello che chiami immaginario falsato sia ancora più offensivo (non ho problemi a usare questa parola), perché si tratta di una località meno "mainstream" che certe narrative statunitensi definirebbero "inesplorata" o "sconosciuta": inesplorata da chi? sconosciuta a chi? In queste terre vivono persone vere, con la loro vita vera e le loro storie vere le cui radici poggiano su millenni di storia.
C'è poi la questione economica che gioca un ruolo molto importante. Per le persone statunitensi (cito solo loro perché è la realtà che conosco, ma l'esoticizzazione dei paradisi altrui appartiene a tutti i popoli, anche il nostro), anche con il cambio a favore dell'euro - viste le differenze nel costo della vita - l'Italia è un Paese relativamente economico. I racconti come quello di Whoopi Goldberg provengono sempre da titolari di grossi e grassi conti in banca. Graziealcazz che cammini per strada senza stress. Non si rendono conto che le persone sarde/italiane vere, con le loro storie vere, spesso non ne hanno le possibilità materiali.
Dici bene, Enrica: l'esotizzazione dei paradisi altrui appartiene a tutti i popoli, anche al nostro. Perché è facile essere l'esotico di qualcun altro, in un mondo così diverso e diseguale.
Sulla Sardegna mi infervoro particolarmente perché la distorsione idillica viene spesso e in primo luogo proprio dall'Italia continentale, e sentirsi esotici nel proprio stesso Paese è una sensazione fastidiosa (e pone graaandi domande su come si formi il senso di appartenenza al proprio Paese, su quali basi, su quali forzature, e via dicendo).
Ciò non toglie spazio al fastidio per l'esotizzazione verso l'Italia tutta: ho letto alcune newsletter di persone USA (anzi, mi sa che le avevi condivise tu!) che idolatravano l'Italia e sono esempi perfetti di quello sguardo lì e delle sue storture.
Io che scrivo "esoticismo" ed "esoticizzazione" ovunque 🤦🏻♀️😂 Verissimo che le fantasie distorte sulla Sardegna provengono innanzitutto dal continente!
Non so da dove partire per commentare questa newsletter. Ho troppi pensieri in merito e forse mi serve del tempo. Tanto di quello che dici si può traslare alla Sicilia, o comunque io lo potrei traslare alla Sicilia. Non so esattamente perché, ma mi è venuto in mente "Nuovo Cinema Paradiso", soprattutto la scena che porta alla partenza: "Vattinni, chista è terra maligna". Lo sguardo interno e quello esterno possono essere così diversi, così tanto da fare male, spesso.
L'intervento di Eleonora Sacco aveva colpito molto anche me al DiParola Festival e ho da parte degli appunti che ancora devono aggrumarsi per una puntata di Linguetta sulla visione esotica e occidentecentrica.
Che bello anche l'intervento di Luana Elena Cau, in particolare quando parla della necessità di una sala cooperativa, e non operativa, per fare funzionare la vita delle persone che abitano un luogo ogni giorno.
Grazie come sempre per gli spunti finali, Alice.
Di Eleonora sapevamo già, è bravissima! Ci tengo molto che anche le parole di Luana facciano il giro, anche lei è antropologa e grande viaggiatrice residente sull'isola, il suo sguardo sulla Sardegna è davvero prezioso. Grazie per avermi letta, Andrea!
Che bel numero Alice! Grazie per aver dato forma a tanti dei miei pensieri sul turismo e come ci vedono e raccontano i turisti. L'ho sempre sentito e vissuto da "sarda" e ritrovato in certi viaggi, storcendo il naso davanti a chi affermava "grazie a noi vivono di turismo".
"Grazie a noi", può uno sguardo essere più saccente e ombelicale di così? Grazie a te per avermi letta :)
Alice, grazie per questa meravigliosa puntata di Ojalá. Tocca corde a me carissime, con le quali mi misuro molto spesso da italiana negli Stati Uniti. Faccio esperienza di quello "sguardo esterno che proietta l’idillio" in continuazione per quanto riguarda l'Italia intera, e ovviamente la mia Emilia-Romagna (l'idea che ci sediamo a pranzo in settimana e non ci rialziamo prima di tre ore e tre bottiglie di vino è ancora, ahimè, molto diffusa). La seconda vittoria di Trump ha aperto questo sguardo esoticizzante ancora di più. Sulla Sardegna immagino che quello che chiami immaginario falsato sia ancora più offensivo (non ho problemi a usare questa parola), perché si tratta di una località meno "mainstream" che certe narrative statunitensi definirebbero "inesplorata" o "sconosciuta": inesplorata da chi? sconosciuta a chi? In queste terre vivono persone vere, con la loro vita vera e le loro storie vere le cui radici poggiano su millenni di storia.
C'è poi la questione economica che gioca un ruolo molto importante. Per le persone statunitensi (cito solo loro perché è la realtà che conosco, ma l'esoticizzazione dei paradisi altrui appartiene a tutti i popoli, anche il nostro), anche con il cambio a favore dell'euro - viste le differenze nel costo della vita - l'Italia è un Paese relativamente economico. I racconti come quello di Whoopi Goldberg provengono sempre da titolari di grossi e grassi conti in banca. Graziealcazz che cammini per strada senza stress. Non si rendono conto che le persone sarde/italiane vere, con le loro storie vere, spesso non ne hanno le possibilità materiali.
Dici bene, Enrica: l'esotizzazione dei paradisi altrui appartiene a tutti i popoli, anche al nostro. Perché è facile essere l'esotico di qualcun altro, in un mondo così diverso e diseguale.
Sulla Sardegna mi infervoro particolarmente perché la distorsione idillica viene spesso e in primo luogo proprio dall'Italia continentale, e sentirsi esotici nel proprio stesso Paese è una sensazione fastidiosa (e pone graaandi domande su come si formi il senso di appartenenza al proprio Paese, su quali basi, su quali forzature, e via dicendo).
Ciò non toglie spazio al fastidio per l'esotizzazione verso l'Italia tutta: ho letto alcune newsletter di persone USA (anzi, mi sa che le avevi condivise tu!) che idolatravano l'Italia e sono esempi perfetti di quello sguardo lì e delle sue storture.
Io che scrivo "esoticismo" ed "esoticizzazione" ovunque 🤦🏻♀️😂 Verissimo che le fantasie distorte sulla Sardegna provengono innanzitutto dal continente!
Non so da dove partire per commentare questa newsletter. Ho troppi pensieri in merito e forse mi serve del tempo. Tanto di quello che dici si può traslare alla Sicilia, o comunque io lo potrei traslare alla Sicilia. Non so esattamente perché, ma mi è venuto in mente "Nuovo Cinema Paradiso", soprattutto la scena che porta alla partenza: "Vattinni, chista è terra maligna". Lo sguardo interno e quello esterno possono essere così diversi, così tanto da fare male, spesso.
PS: GRAZIE.
Quella scena memorabile 💔
Penso a quante stratificazioni esistono anche nello sguardo interno che rivolgiamo alle nostre isole e sì, c'è tanto da riflettere.