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Buongiorno Alice e grazie per la tua newsletter! Leggendo l'ultima sull'accessibilità e sul fatto che poi ne beneficiamo tutti, un esempio che mi fece un medico impegnato nel sociale mi è tornato in mente: facevamo formazione con mediatori e mediatrici straniere ad un corso per operatori sanitari e medici (già questo era innovativo:erano le persone straniere a formare raccontando come potevano esprimersi i loro connazionali per far capire i loro malesseri, ogni cultura può usare metafore e linguaggi particolari). Il dottor Pitzalis ci spiegò che chi è in sportello accoglienza, dopo questi corsi, è più preparato a dare informazioni in modo comprensivo, calmo, adeguato a chi si trova davanti non solo ad una persona straniera, ma anche alla persona che arriva in città dalla montagna o dal paesino di campagna, magari parla solo friulano, è anziano... perché acquisisce una capacità di ascolto e di attenzione ad usare un linguaggio più accessibile per tutti. Può essere uno spunto da inserire 🙂. Il Dr Pitzalis lo puoi ascoltare su raiplay qui https://www.raiplaysound.it/playlist/iltroppoeilvano-loperosaesistenzadigiorgioferigomedicodisanitapubblica Ciao! Silvia da Udine

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Grazie mille per il contributo, Silvia! L'ambito medico ci dà un sacco di esempi in questo senso, sono davvero tante le caratteristiche individuali e culturali che possono avere un impatto sulla comunicazione con lə pazienti. Ora ascolto l'intervento su RaiPlay.

A questo proposito mi sono ricordata di come l'anno scorso, mentre ero in visita dalla mia famiglia a Melbourne, fossi rimasta molto affascinata dai manuali che spiegano al personale medico australiano come comunicare con pazienti di origine italiana ed età alta: https://www.dropbox.com/s/31vbfxkx4jyspsi/ProfileofItalianAustralianCulture.pdf?e=1&dl=0

Ne avevo parlato nella newsletter numero 43: https://ojala.substack.com/p/43-le-parole-con-cui-emigriamo?utm_source=publication-search

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Il mio podcast ha la funzione attiva, ho scelto di attivarla io dalle impostazioni appena Spotify mi ha notificato che l'aveva aggiunta, qualche mese fa. Fa alcuni errori, per via del fatto che qua e là ci sono parole greche, ma grosso modo funziona. Aggiungo che anche per me le trascrizioni sono utilissime quando ascolto podcast in lingue che conosco poco e/o in momenti in cui sono più stanca e non ho la concentrazione necessaria per seguire solo l'audio, allora supporto visivo dello scritto mi aiuta a non perdere il filo.

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Grazie, Sara! Sono andata subito a guardare ed effettivamente funziona piuttosto bene, parole greche a parte.

Concordo per quanto riguarda l'utilità delle trascrizioni dei podcast in altre lingue: alla fine funziona un po' come con i sottotitoli di un film, è molto più comodo tenerli accesi anche se non si leggono tutti per filo e per segno.

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Mi dispiace rompere l'incanto delle cose bellissime che hai scritto, ma posso farti notare una piccola cosa? In questa parte del tuo testo c'è una ripetizione, compare due volte 'insieme a' : "Se vuoi approfondire questo tema, potrebbe interessarti leggere Scrivi e lascia vivere, il manuale pratico di scrittura inclusiva e accessibile che ho scritto insieme a insieme a Valentina Di Michele e Andrea Fiacchi (ed. Flacowski)". Un abrazo e grazie per i podcast che hai citato, li cercherò ❤️

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Grazie, corretto 😊

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