#65 Come parla Madrid
Un viaggio nella capitale spagnola che per me, catalana di adozione, è come un altro Paese: foto di messaggi curiosi, metro che parlano di libri, rifugi climatici per persone e piante.
Madrid ad agosto ha la fama di un inferno di calura e cemento. Invece è stata una parentesi più fresca di Barcellona, dove fresca significa comunque caldissima, ma camminabile senza gocciolare sudore.
Come si fanno relativi, i significati delle parole, quando il caldo annebbia il cervello.
Non tornavo a Madrid da 15 anni. Questo può darti un elemento in più per capire perché non mi riconosco mai nella domanda “Come si vive in Spagna?”.
È da poco che segui Ojalá e il progetto ti incuriosisce?
Vivo da dodici anni in Catalogna e sento la Spagna come un altrove.
Non è un’affermazione pro-indipendentismo, quello è un altro tema. Ma chiunque abbia avuto esperienza di vita catalana sa bene che, anche tralasciando il discorso politico indipendentista, qui non si respira spagnolità.
Forse ci credono i gruppi turistici che si fermano a sorseggiare sangría nei tavolini all’aperto della Rambla, in quei ristoranti con i menu illustrati e in inglese. Noi persone emigrate, che qui affittiamo appartamenti, paghiamo le tasse, mangiamo patatas bravas e impariamo il catalano, capiamo presto che non viviamo in Spagna.
Che poi: esiste davvero una Spagna identificabile come tale? Più percorro questa penisola e le sue città, ne percepisco le lingue, le politiche, i paesaggi e le tradizioni, più mi convinco che quella che da fuori chiamiamo Spagna è un’estrazione a freddo di pochi elementi venduti come autentici.
Ne aveva parlato anche Roberta Cavaglià in questo numero di
, nei cui commenti si era generato un bel dibattito:Insomma, ho vissuto questo giro madrileño come un viaggio in un quasi-Paese limitrofo. E mentre gironzolavo tra il barrio de Las Letras e Chueca, ho fatto una cosa che ripeto spesso quando viaggio: mi sono concentrata su come parla Madrid a chi la attraversa.
Qualche mese fa, per esempio, l’avevo fatto con Porto:
Así habla Madrid
Stavo aspettando lo scattare del verde al semaforo, dietro di me un gruppo di turisti guidati da un ragazzo con cuffiette, microfono e ombrellino:
«Madrid è la città più LGBT-friendly di Spagna», dice. «Anche i semafori ce lo ricordano.»
Fino a quel momento non ci avevo badato, ma è vero. Per la città si trovano semafori dove, oltre all’omino stilizzato, compaiono una figura femminile o diverse coppie: uomo e donna, due uomini o due donne. Le lenti dei semafori sono state integrate con nuove figure per il Pride 2017, durante la legislatura della sindaca Manuela Carmena, e sono rimaste lì.
Del perché Madrid si sia conquistata un posto nel podio tra le città più LGBTQ-friendly d’Europa, avevo brevemente accennato in questo episodio musicale di Ojalá:
Bandiere arcobaleno
Quello che è impossibile non notare, almeno all’occhio attento di chi ha il tema a cuore, è che tantissimi locali e bar della città hanno una bandiera o un adesivo arcobaleno in vetrina. 🌈
E non solo nel barrio di Chueca, centro dell’Orgullo madrileño; anche molti bar più anonimi, quelli che in sardo chiameremmo tzilleri o in castigliano bar Manolo, hanno un arcobaleno in vetrina.
È solo washing, un simbolo di facciata? si è chiesta la sospettosa che è in me. Pur non potendo mettere la mano sul fuoco, ovviamente, credo che queste dimostrazioni di consapevolezza siano importanti.
Penso che una bandiera arcobaleno non sia mai solo una bandiera, quando si parla di locali pubblici: è un segnale di apertura e accoglienza, un invito a sentirsi al sicuro quando si varca la porta. Non è ancora scontato, per tante persone LGBTQIA+.
Copy in metro
Ho avuto l’impressione che, rispetto a quella di Barcellona, la metro di Madrid parlasse tantissimo.
In molti vagoni della metro si possono leggere passaggi di libri. Questo era un brano da Ceniza en la boca dell’autrica messicana Brenda Navarro, premio delle librerie di Madrid nel 2022:
Inquadrando il codice QR si va al sito dell’Associazione editori di Madrid: qui si può leggere la sinossi del romanzo, la biografia dell’autrice e anche quella di Dàlia Adillon, l’illustratrice che si è occupata del cartello di questa campagna Libros a la Calle.
Dulcis in fundo: il pulsante Comprar, per acquistare subito il libro nel caso in cui “galeotta fu” la breve lettura in metro.
Nelle banchine di attesa del treno c’è una simpatica faccina stilizzata che ti invita a ricaricare il telefono in caso di batteria scarica:
Bellissime anche le vecchie pubblicità su piastrella, che in alcune stazioni sono state restaurate e mai sostituite:
Messaggi di accoglienza
Tra le tante foto ai copy cittadini che ho scattato (non riesco a metterle tutte, Substack mi taglia la newsletter), ci sono quelle dei messaggi di accoglienza: e non alle persone, stavolta, ma agli animali di compagnia e alle piante.
Chi ha un cane sa che non è sempre facile trovare stabilimenti dog-friendly. Il Comune di Madrid li segnala, in centro città, in modo chiaro e divertente con il messaggio Bienvenidogs (gioco di parola tra bienvenido, benvenuto, e dogs, cani):
La domenica del mio compleanno abbiamo deciso di salire sulla terrazza del Círculo de Bellas Artes, in pieno centro di Madrid, per vedere il tramonto e la città dall’alto. La vista era questa:
Ma prima di arrivarci, mi ha sorpreso l’iniziativa di Guardería para plantas (lo tradurrei “plant-sitting”, inglesismo puro) che ho scoperto sfogliando il sito web del Círculo:
Il Salone da Ballo del Círculo de Bellas Artes è uno dei rifugi climatici di Madrid, cioè uno degli spazi accessibili della città in cui si può trovare refrigerio durante la calura estiva (dall’11 luglio all’8 settembre): si può venire qui a rilassarsi ma anche a lavorare, ci sono wifi e comode scrivanie.
Il bello è che, oltre alle persone, anche le piante possono trovare rifugio in questo spazio. Il servizio gratuito di guardería para plantas è dedicato a chi va in vacanza e deve lasciare le piante di casa sole per troppi giorni di seguito. Prenotando con anticipo, si possono lasciare gratuitamente le piante al Círculo e andarle a riprendere alla fine delle vacanze. Che cosa carina! 🌿
Anche a te piace raccogliere i messaggi che ti parlano quando giri per le città?
Se ti va puoi mandarmi le tue foto, basta rispondere a questa email!
Per questa settimana chiudo qui.
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Sono Alice Orrù, sarda emigrata a Barcellona nel 2012.
Fiera della sua residenza, la mia newsletter contiene incursioni di vita catalana e tanta, tanta salsa brava. 🍟
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Grazie per aver letto fino a qui. 💙
Alice
Alla domanda "esiste davvero una Spagna identificabile come tale?" mi sorge spontaneo estendere la stessa considerazione a proposito dell'Italia, che turisticamente è sempre venduta come patria di autentica Pizza e autentico caffè espressow (da leggere à la George Clooney in innumerevoli pubblicità). Riscalda il cuore sapere che ogni Stato non sia poi così Nazione, dopotutto.
Anch'io tendo a fotografare qua e là cose e testi che mi colpiscono (nel bene e nel male). Grazie Alice per questi spunti, che diventano un invito più forte a visitare Madrid, dove io ad esempio non sono mai stato.