#66 Sei un typo?
"La linea che separa il sentirsi vistə dal sentirsi invisibili è rossa e sottile", dice una campagna che chiama i giganti del tech a fare più attenzione ai nomi delle persone.
Sotto casa dei miei genitori, al paesello in Sardegna, c’è un negozio di abbigliamento. Lo gestisce Lina, una donna cinese sui quaranta, che vive in un appartamento sulla nostra strada da una decina d’anni. Ha un marito e due figli adolescenti, vengono dalla provincia dello Zhejiang. Lina è un’imprenditrice in gambissima, segue ogni cliente con consigli mirati e un fare schietto, ha una parlantina che passa svelta dall’italiano a espressioni in sardo campidanese.
Lina però non si chiama davvero così. Quello è il nome che ha scelto per la sua vita in Italia. Breve, facile da pronunciare e ricordare. Una prassi molto comune tra le persone cinesi (ma non solo) che si trasferiscono in Europa.
La prima volta che ho sentito parlare bene di questo tema è stato qualche anno fa, grazie a un bellissimo podcast di Stefano Vergine: Cinesi d’Italia, su Storytel.
Nominare è un atto politico
C’è un articolo di El Diario che parla delle ragioni dietro questa scelta del cambio nome; si intitola “Il tuo…
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