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Avatar di Elena Canovi

concordo! è anche rarissimo trovare professionistɛ che sappiano cosa significa asessuale e lo rispettino per ciò che è, cioè un orientamento sessuale e non qualcosa da patologizzare necessariamente. inoltre a me, da persona non binary, urta anche il fatto che, per esempio nelle brochure destinate a persone AFAB, si usi solo la parola "donna" e che immancabilmente siano rosa o tutt'al più violette, richiamando un immaginario rigorosamente binario, pure un po' infantilizzante. forse un po' meno stereotipi gioverebbero!

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Avatar di Enrica Nicoli Aldini

Santa pace, direbbe una mia amica! Mentre leggevo queste testimonianze, mi interrogavo su come potrebbe essere la situazione negli Stati Uniti, che lungi da essere un'oasi felice sulla salute femminile e LGBTQ+, è comunque un po' più "avanti" del Sud Europa nella maniera in cui si concepisce l'esistenza di identità e orientamenti diversi da quelli imposti dalle strutture patriarcali e religiose. Ricordo le facce giudicanti delle ginecologhe di un consultorio di Milano... niente a che vedere con l'accoglienza ricevuta negli Stati Uniti. Anche i formulari di entrata sono inclusivi della molteplicità di orientamenti relazionali/sessuali o modalità di fare sesso... o così almeno sembrano dal mio punto di vista eterocis: mi incuriosisce capire come se è così anche dal punto di vista di chi non si identifica come eterocis. Farò qualche ricerca! Grazie di questo episodio importantissimo!

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