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Avatar di Anna Aresi

I miei suoceri sono in una situazione simile a quella di Shafak: hanno lasciato Hong Kong nel 2021 sapendo che non ci sarebbero tornati mai più (a meno di un grande stravolgimento politico), perché sono stati invischiati con le proteste, schedati, etc. Mio marito non è così implicato, ma per presa di posizione e anche per cautela so che nessuno di noi metterà più piede a Hong Kong o in Cina per il foreseeable future, e la cosa ci pervade di dolore. Un momento mia suocera condivide l'ultimo gossip famigliare da HK, un momento dopo io sono in lacrime, mio marito super triste (perché non sia mai che pianga) e i bambini "perché perché ma è vero che i cinesi sono cattivi?" :( Pur con il lavoro che faccio e le certezze che ho, ci sono momenti in cui mi viene da dire "ma chi ce lo fa fare di tenere in vita lingua, tradizioni e usanze solo per soffrire così? non sarebbe meglio dimenticarsi tutto e finirla lì?"

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Avatar di Silvia Garbari

Discutevo di questo tema con una mia amica pochi giorni fa a proposito del film "Past Lives" che dal mio punto di vista (di emigrata) parlava poco dell'aspetto delle radici e dell'emigrazione, mentre lei (da rimasta con amiche e sorelle emigrate) l'ha visto diversamente e si è rivista nel personaggio maschile. A proposito dell'aspetto agrodolce dell'emigrare, una delle mie poesie preferite è "casa mia" di Ungaretti:

Sorpresa

dopo tanto

d’un amore

Credevo di averlo sparpagliato

per il mondo

mi rivedo anche in questa illustrazione di Francesca Ballarini, una delle mie preferite: https://sinfonina.blogspot.com/2010/01/ra-dici.html (metti radici profonde e trasportabili)

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